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Messaggio di Papa Francesco: alcune riflessioni da condividere in questa Quaresima
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“E’ iniziato il tempo di Quaresima, il periodo di quaranta giorni che, commemorando il sacrificio del Salvatore, conduce alla morte e alla resurrezione di Gesù. Rappresenta un cammino speciale su cui la Chiesa invita a ricordare, ripercorrendoli, i quaranta giorni che Gesù Cristo passò nel deserto, prima di cominciare la sua vita pubblica. Un tempo in cui i cristiani sono chiamati alla preghiera, al digiuno e all’elemosina, tre pratiche che inducono alla conversione, al silenzio e alla penitenza, e muovono a vivere con impegno questo cammino spirituale”. Cui Francesco dà un significativo contributo di riflessione.
Questa settimana, la Sala Stampa della Santa Sede ha condiviso il Messaggio di Papa Francesco per questa Quaresima. Le sue parole arrivano senz’altro al cuore e ci spingono a vivere questo periodo con rinnovata speranza. Ecco i quattro punti su cui si centra il suo Messaggio.
Il Papa inizia dicendo: “Vi supplichiamo nel nome di Cristo: siate riconciliati con Dio” (2 Corinzi 5, 20). Questo implica ovviamente il fatto di rinunciare ai nostri modi di intendere la vita per pensare con gli stessi criteri di nostro Signore. È Lui che sa cos’è meglio per noi. Implica anche il fatto di prendere su di noi la nostra croce (Luca 9, 22-25). Non c’è cristianesimo senza croce. Quante volte lo abbiamo sentito, e tuttavia sembra che non lo capiamo, e resistiamo all’idea di salire sulla croce insieme a Gesù, sapendo che è l’unica via per la felicità della gloria.
- Il mistero pasquale che ci invita alla conversione
La gioia del cristiano deriva dall’ascolto e dall’accettazione della morte e resurrezione di Gesù Cristo. Perché possiamo rallegrarci della sua morte? Perché non è rimasto sepolto, dopo tre giorni è risorto. È questo il motivo e la ragione della nostra fede.
“Se Cristo non è stato risuscitato, vana dunque è la nostra predicazione e vana pure è la vostra fede” (1 Corinzi 15,14). Gesù Cristo ha vinto il potere del peccato e della morte. La gioia sboccia dalla relazione con quel Cristo risorto che è vivo e vuole condividere con noi la sua vita. Finisce l’oscurità della mancanza di senso, del vuoto, della tristezza, perché Egli è l’amore che illumina e ci entusiasma la vita. Il suo amore ci dà la vita in abbondanza (Giovanni 10, 10).
- Urgenza della conversione
L’unico modo per sperimentare e vivere la misericordia di Dio nella nostra vita è guardare Gesù faccia a faccia, ovvero avendo un rapporto personale d’amore con Lui. È il dialogo tra due cuori. La preghiera, che rende possibile quel dialogo, non dev’essere mai vista come un obbligo, ma come una necessità che sboccia dal cuore.
Quando ci lasciamo toccare dal suo amore misericordioso, il nostro cuore di pietra diventa un po’ più tenero, e la sua grazia può riempire la vita di felicità. “Prima che essere un dovere”, dice il Papa, la preghiera “esprime l’esigenza di corrispondere all’amore di Dio, che sempre ci precede e ci sostiene. Il cristiano, infatti, prega nella consapevolezza di essere indegnamente amato”.
3. La volontà appassionata di Dio di dialogare con noi
“Malgrado la presenza, talvolta anche drammatica, del male nella nostra vita, come in quella della Chiesa e del mondo, questo spazio offerto al cambiamento di rotta esprime la tenace volontà di Dio di non interrompere il dialogo di salvezza con noi”, prosegue il Papa.
Non dobbiamo mai pensare di credere e amare Dio quanto basta. Egli ci sorprende sempre in modo inaspettato se abbiamo un cuore aperto. Questa Quaresima è l’occasione che la Chiesa ci offre per sforzarci un po’ di più per aprire le porte della nostra vita al suo amore. Dio meglio di chiunque altro conosce i nostri limiti, e per questo ha una volontà tenace e appassionata di far parte della nostra vita, al punto che mostra tutto l’amore che ha per noi sulla croce. Cos’altro possiamo chiedergli?
“Che cosa si sarebbe potuto fare alla mia vigna più di quanto ho fatto per essa?” (Isaia 5, 4). Non lasciamoci ingannare dalle novità del mondo attuale (Atti 17, 21). Non lasciamoci trascinare da tante proposte che il mondo ci fa di false felicità.
- Dobbiamo condividere il tesoro della nostra fede –
Se viviamo un incontro reale con Cristo, il suo amore inonda il cuore e ci spinge a volerlo trasmettere agli altri. È un amore diffusivo. Quando vediamo persone che vivono ancora nella menzogna o nella tristezza, come non dire loro che c’è un Dio che è morto per noi?
Siamo chiamati all’apostolato, e il nostro cuore non può essere tranquillo finché conosciamo persone che hanno bisogno di ascoltare la Buona Novella del Signore risorto. “La condivisione nella carità rende l’uomo più umano; l’accumulare rischia di abbrutirlo, chiudendolo nel proprio egoismo”, aggiunge il Papa.
Il Ponfice conclude dicendo: “Invoco l’intercessione di Maria Santissima sulla prossima Quaresima, affinché accogliamo l’appello a lasciarci riconciliare con Dio, fissiamo lo sguardo del cuore sul Mistero pasquale e ci convertiamo a un dialogo aperto e sincero con Dio. In questo modo potremo diventare ciò che Cristo dice dei suoi discepoli: sale della terra e luce del mondo (cfr Mt 5,13-14)”.
E allora coraggio! Rinnoviamo il nostro ardore apostolico, e con San Paolo diciamo “Vengo a spendere la mia vita al servizio del Vangelo!” (Catholic Link)
Redazione da ag. di i.